lunedì 3 agosto 2015

Campania terra di zoomafie Il dossier della Lav


Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, macellazioni abusive, pesca di frodo, traffico di cuccioli e fauna selvatica. Fenomeno in crescita

Campania terra (anche) di zoomafie. È quanto emerge dal rapporto 2015 redatto dalla Lav. Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, macellazioni abusive, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, tratta di cuccioli. La nuova edizione del dossier redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2014. «Ancora una volta la Campania si conferma, purtroppo, un osservatorio privilegiato per i crimini a danno di animali - sostiene Troiano –. Lo sfruttamento criminale degli animali rappresenta, nelle sue diverse forme, un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi di delinquenti dediti a tali traffici».


Corse clandestine coi figli di Varenne
Duro a morire è il business sulle corse di cavalli clandestine. Una beffa considerando la crisi degli ippodromi italiani. Nel 2014 sono stati confiscati alla criminalità organizzata complessivamente 10 cavalli da corsa, tra cui alcuni discendenti di Varenne, e un centro ippico nel Casertano. «Dietro le corse illegali - si legge nel report - ci sono maltrattamenti, violenze e la morte dei cavalli su strada, o che restano feriti gravemente a seguito di incidenti e finiti sul posto. Continuano le segnalazioni relative agli allenamenti sulla Litoranea di Torre del Greco e sulla spiaggia di Cuma e in altre zone». Su YouTube ci sono tantissimi video di corse clandestine di cavalli, girati dagli organizzatori, svolte in Campania, con tanto di colonna sonora di cantanti neomelodici. Altro settore di infiltrazione della criminalità organizzata è quello delle corse ippiche ufficiali, dove l’illiceità delle attività può riguardare sia la gestione delle scommesse presso i punti autorizzati sia la gestione delle stesse corse che possono essere influenzate da accordi occulti tra scuderie o driver, da atteggiamenti minatori verso i fantini o dalla pratica del doping sugli animali. Secondo i dati del laboratorio ufficiale per le analisi antidoping, diversi cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania nel 2014 sono risultati positivi a qualche sostanza vietata.

Traffico di cuccioli
La regione è anche crocevia del traffico di cuccioli. Un centro di arrivo e smistamento di animali tra i più organizzati d’Italia. Tra le persone denunciate l’anno scorso, perché coinvolte nel traffico di questo tipo, vi sono diversi cittadini campani, tra l’altro alcuni dei quali già recidivi. Circa 200 cuccioli destinati alla vendita nel Casertano sono stai sequestrati in provincia di Bologna, dal valore complessivo, una volta venduti, di circa 170mila euro. «I confini tra commercio legale e traffico illegale di cuccioli - spiega Troiano - sono labili e non solo perché le rotte e la provenienza sono le stesse, ma perché molte volte, dietro importazioni legali e autorizzate vengono celati, tra i meandri di documentazione, certificati e passaporti, animali clandestini. Nei Paesi di origine i cuccioli vengono comprati per pochi euro, spesso arrivano ammalati e accompagnati da falsi pedigree e da documentazione contraffatta».

Combattimenti tra cani
L’illusoria flessione del fenomeno dei combattimenti tra cani è stata sconfessata subito da una serie di segnali di preoccupante recrudescenza. Molti cani sono stati ritrovati con ferite da morsi. Sono stati sequestrati allevamenti di pit bull. E non si contano le pagine internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta. Preoccupa anche il coinvolgimento di minorenni.
Bracconaggio: boa, iguane, tartarughe
Tantissimi i sequestri per traffico internazionale di fauna e il bracconaggio. Boa, pitoni gheppi, gru damigella, parrocchetti, iguane. Oltre 600 le tartarughe. Un traffico fiorente e preoccupante. L’uccellagione e la vendita di fauna selvatica, in particolare di cardellini, trovano in Campania, soprattutto a Napoli e Caserta, mercati illegali molto attivi nei quali sono coinvolti pluripregiudicati. Alcuni uccellatori sono stati arrestati in flagranza per furto di fauna selvatica. Molti uccellatori napoletani vanno in trasferta in Puglia e Lazio per catturare gli uccelli e rivenderli poi nei mercati campani. Il bracconaggio sulle isole, in particolare Ischia - afferma la Lav - e in alcune zone in provincia di Napoli e Caserta, si presenta come un’attività sistematica e organizzata.

Fonte: Corriere della Sera NAPOLI


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