Purtroppo non è un film horror, ma realtà. Si chiama zooerastia, è un fenomeno oscuro e complesso dove il risultato sono abusi su animali che non possono opporsi. Un criminologo, un'attivista per i diritti del cane e un consulente legale ci aiutano a capire
Violenze sugli animali, tra follia e mercato del porno NON SE ne parla volentieri, sia per la scabrosità dell’argomento, sia perché preferiremmo ritenerla una fantasia paradossale: il pastore che per solitudine si accoppia con la pecora suona, oggigiorno, quasi come uno scherzo. Eppure ogni tanto, di prepotenza, certi fatti affiorano dalle cronache, lasciando intendere un fenomeno oscuro e complesso chiamato zooerastia, o in alternativa zoofilia, bestialità. Qui uno dei due soggetti coinvolti, l’animale, non può contare sulla libera scelta, e tali pratiche incorrono in tutte le variabili della parafilia, che, quando mossa da un principio di dominio, può sfociare in abusi su chiunque.
Tempo fa una ragazzina disabile di Sassari, affidata con madre e fratello, anch’essi handicappati, a una famiglia, anziché ricevere affetto sarebbe stata costretta a pratiche sessuali con un cane. Più recente, in Sicilia, la morte di una cavalla violentata dal suo stalliere. Gravida, la giumenta fu abusata anche con un bastone. Le ripetute sevizie causarono un'emorragia interna. "E' stata la telecamera di sorveglianza a incastrare il colpevole, il quale un giorno dimenticò di coprirla, com'era solito fare, con il cappello", spiega Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell'osservatorio zoomafia della Lav-Lega antivivisezione, che si è costituita parte civile contro l'uomo, rinviato a giudizio presso il Tribunale di Messina.
Autore di uno studio sulla zooerastia, supportato da ampia casistica, Troiano racconta: "Un allevatore
cinofilo di Bolzano fu oggetto di una nostra indagine sfociata in processo perché vendeva film i cui protagonisti si accoppiavano con i cani; per mezzora di sesso con un animale arrivò a offrire a una ventenne - italiana - duemila euro. Del resto, le guardie zoofile Lav hanno scoperto video di sesso con animali regolarmente in vendita nei porno shop, 50 euro l'uno". Le involontarie esibizioni coinvolgono animali di ogni genere. Cani e gatti spesso sedati, al pari di tigri bloccate da museruole e fasce sugli artigli, ma pure anguille, tartarughe, maiali, cammelli, leoni.
"Bisogna distinguere fra zooerastia e fetish o zoosadismo, ammantati questi ultimi di violenza, torture e morte. Molti zooerasti spacciano, forse anche con se stessi, il sesso con gli animali per un atto d'amore, dimenticando come gli oggetti del desiderio siano posti in una situazione di evidente costrizione, che corrisponde a un maltrattamento vietato dalla nostra legge", osserva Troiano, il quale, nel suo dossier comunque annota: "In sede giudiziaria sono state accertate connessioni tra pedofili e zooerasti. Uno dei metodi utilizzati è avvicinare i bambini con la scusa di mostrare immagini di animali, o parlare di cani. Numerosi i video sequestrati nelle indagini sulla pedopornografia che riguardano animali e bambini".
"La zooerastia è assai sottovalutata perché si pensa che colpisca solo gli animali: per noi è già un'ottima ragione per prenderla sul serio, ma invito a riflettere sul suo significato più ampio", dice Piera Rosati, presidente della Lndc-Lega nazionale per la difesa del cane. "Esercitare potere assoluto su chi non può difendersi è infatti un'attitudine comune a diverse azioni giustamente considerate gravissime, vedi gli abusi su bambini e donne. Ma non è azzardato pensare che chi stupra l'animale, forte di una sostanziale impunità, possa fare lo stesso con altri inermi. Sono inoltre allarmanti la facilità di accesso e la quantità dei video porno con animali disponibili sul web. In buona parte provengono dai paesi dell'Est, ma c'è anche materiale nostrano".
Secondo la "mappa mondiale della zoofilia", pubblicata sul sito della Zeta-Zoophile engagement for tolerance and information, ovvero la principale associazione di zooerasti in Germania - che si è opposta strenuamente alle iniziative legislative tedesche volte a proibire bestiality e bordelli con animali - i paesi meno tolleranti sono Inghilterra e Norvegia. La Finlandia permetterebbe le pratiche sessuali ma non la vendita del relativo materiale pornografico; in Brasile, invece, tutto parrebbe consentito. Variabile la situazione negli Stati Uniti: permissivi Nevada e Texas mentre altrove vigerebbero norme più restrittive; mentre in Europa, perlopiù, le leggi a tutela degli animali contrastano con tali pratiche, ma è lecita la commercializzazione dei video.
Fabrizio Catelli, presidente del Partito protezione animali, sta seguendo uno strano caso nel bresciano: a giugno le cronache locali hanno riportato la notizia di una femmina di husky stuprata da ignoti. "Si è fatta confusione sovrapponendo un paio di episodi distinti e riferiti da testimoni poco attendibili. Resta il fatto, però, che in zona si registrano fermenti inquietanti. In un'intervista video che gira su Internet una starlette porno di Brescia enuncia come addestrare un cane ai rapporti sessuali interspecifici, e giusto un anno fa denunciai alla polizia postale un sito dedicato e messo in rete da italiani, su provider straniero". Al solito, vi si accedeva con estrema facilità, trovandosi in alto nel motore di ricerca sotto la voce animali. "Da Sardegna, Sicilia, ma anche nell'Alta Valchiavenna, ci giungono notizie di pastori che abusano abitualmente di pecore, cani, cavalli, capre".
Nel saggio La frontiera "porno" dei delitti contro gli animali (Cendon libri) Annalisa Gasparre, consulente legale, analizza il caso di una donna condannata dal Tribunale di Milano, sezione distaccata di Rho, in base agli articoli 81 e 544 bis del Codice penale, per il reato di uccisione continuata di animali. Sotto lo pseudonimo di Baldina costei realizzava e vendeva video in cui uccideva uccelli, topolini, insetti, cuccioli di varie specie schiacciandoli con tacchi a spillo. "Alla radice della pratica vi sarebbe - come spesso accade - il desiderio di dominio e/o di subire il potere: in ciò si coglie la sfumatura del sado-masochismo, che si intreccia con quella propriamente feticistica" scrive la Gasparre, che aggiunge: "Non possiamo sapere se e quanto gli abusi sessuali sugli animali siano in aumento, di certo stanno emergendo dall'oscurità e sarà bene prenderne atto".
Fonte: R.it